La Storia – Il terzo decennio

Nella riservata e quotidiana vicenda processuale dei singoli e delle società, che deve rimanere attività rigorosa e ragionevole nell’ambito del dibattimento, emerge sempre di più l’influenza di fattori esterni, quali l’effetto mediatico e l’interesse del pubblico, talvolta spasmodico, determinato da titoli ad effetto.

Il processo non più come verifica di responsabilità, ma occasione di reality.

In tali giudizi, la difesa dei diritti individuali e la tutela delle garanzie – cui si ispirano i professionisti dello studio – hanno dovuto fronteggiare il semplicismo e la pressione “popolare” sulla funzione giudicante: una sfida cui devono rispondere, sempre più, gli studi penali.

Nella vicenda “Abu Omar“, le grandi questioni erano costituite, tra l’altro, dal tema del segreto di Stato, del terrorismo internazionale e del diritto alla prova.

Nel caso de “Gli uomini radar di Linate” il quotidiano “tam/tam”  scandalistico ha comportato un attento impegno dello studio durante le indagini preliminari ed un rigoroso esame di regolamenti tecnici circa il controllo delle aerovie, che hanno determinato una certo non facile assoluzione.

Il tema del ventennio “post-tangentopoli” sollecita ancora una vigilanza dei media e del pubblico: rimane del pari indubitabile che i processi non riguardano il fenomeno, ma le responsabilità dei singoli, non oggetto di pregiudizio. Proprio per questo, accanto alle decine di indagati coinvolti nella gogna giudiziaria, è avvenuto anche che lo Studio abbia tutelato la parte civile privata, esposta ad un’odiosa attività concussiva, da parte del Sindaco di una nota città ligure.

Grande scandalo l’idea che i medici di un notissimo Ospedale milanese avessero orientato visite, degenze ed interventi, in modo più gravoso per la Pubblica Amministrazione: l’esecrazione generale dei media e del pubblico non ha evitato che dopo la silenziosa difesa tecnica durante le indagini – nel procedimento e non nei comunicati stampa – determinassero lo stesso Pubblico Ministero a chiedere, per talune posizioni, tra cui la decina di assistiti dello Studio, l’archiviazione della notizia di reato.

Nel clamoroso caso dei “T-RED” di Segrate e varie altre città (“semaforo killer”…”giallo vampiro“…”semaforo truccato”) a leggere i giornali e sentire le televisioni con le dichiarazioni del Codacons e di vari comitati, più o meno spontanei, dei cittadini, il giudizio di condanna sembrava scontato e, secondo i sondaggi, la truffa certa. Gli imputati, sottoposti a misure cautelari, e le aziende – sequestrate ed esposte al discredito generale – hanno resistito alla facile soluzione del patteggiamento e, difendendosi nel processo, hanno dimostrato al Tribunale la perfetta regolarità dei meccanismi e delle procedure, ottenendo l’assoluzione sul reato più rilevante…. residuando un sospetto circa una turbativa d’asta che, in caso di unicità di prodotto, è una contraddizione interna.

Tema scottante quanto mai è – secondo il gergo giornalistico – “Rimborsopoli“, ove l’antica questione dei politici che abusano del potere trovava anche qui facile audience e sembrava rendere impervio il giudizio. L’Avvocato non si deve stancare mai di tutelare il singolo rispetto al fenomeno, credendo fermamente nel processo. Nel caso, si è scelto il rito abbreviato e si è ottenuta l’assoluzione del Presidente di un gruppo coinvolto.

Cosa di peggio, per un pediatra, consigliare latte in polvere, in luogo di quello della madre? Ciò per ottenere ricompense dalle case produttrici  (truffa e comparaggio, secondo l’accusa della Procura di Pisa al medico assistito dallo Studio). Decine e decine di titoli su tutta la stampa nazionale (nel 2014/2015) non hanno impedito che avanti il Tribunale del riesame, anche grazie alle indagini difensive con cui è stata smentita la contestazione, il medico vedesse largamente attenuata la sua posizione, e comunque ottenesse la revoca delle misure cautelari.

Sempre in tema di latte, lo Studio è stato il protagonista della rilevante indagine sulle “quote latte”, tutelando gli agricoltori diretti e la loro associazione, che avevano rispettato la normativa italiana ed europea contro chi, deliberatamente, la infrangeva. Tre gradi di giudizio, irti di complesse tematiche circa il peculato, la truffa, il sostituto d’imposta, la nozione di “denaro pubblico”… la vicenda, che ha riguardato i Tribunali del riesame, quello collegiale, la Corte di Appello e la Corte di Cassazione, ha destato vivo interesse sulle riviste specializzate e sulla stampa.

La tutela delle parti offese, costantemente seguita nei casi di colpa professionale, si è estesa ai decessi per mesotelioma pleurico e asbestosi, determinati dall’esposizione da amianto e che ha visto impegnato lo studio sin dai primi anni’80-’90 (“caso ATM”), con i primi e più accesi dibattiti dottrinali e giurisprudenziali, fino al caso più recente del c.d. processo “Pirelli bis”.

In tema di arte, ove lo Studio ha ottenuto con successo la condanna avanti il Tribunale di Milano di insidiosi truffatori, che avevano contraffatto un’opera di Roy Lichtenstein del valore di oltre un milione di dollari, si è potuto apprendere che una firma vera può portare al falso: l’artista, aveva disconosciuto la propria paternità  sul retro del quadro, scrivendo la frase: “This painting is not mine“, naturalmente con la propria firma originale. Cancellato dal contraffattore soltanto il “not“, si è poi verificato nel processo penale attraverso l’esame ai “raggi X “, che la scritta era stata abrasa, anche se la perizia grafotecnica – naturalmente – certificava l’autenticità della firma Roy Lichtenstein.

Sempre in tema di arte – ma in realtà sui grandi temi della filosofia del diritto trattati, tra gli altri, da Giuliano Vassalli e dal maestro tedesco Radbruch, si è posta la questione della legge da applicarsi nel caso del trafugamento da parte dei nazisti di opere di Justus SustermansBernardo Strozzi, site a Firenze e allora di proprietà di quelli che, secondo la normativa della Repubblica di Salò, erano considerati “nemici di guerra”, per la loro nazionalità ed appartenenza religiosa.

Contro la teoria “panpenalistica” che aveva tratto a giudizio un assessore del Comune di Milano, ritenuto responsabile anche dell’inquinamento acustico  operato da privati, lo Studio ha rivendicato l’autonomia tanto del singolo, quanto dell’amministrazione pubblica, poi riconosciuta dal Tribunale di Milano. Ciò faceva seguito ad altre difese, anche per omicidio colposo, riferite ad esponenti della burocrazia municipale.

In tema di proprietà industriale, tradizionale impegno giudiziale dello Studio avverso la contraffazione ai danni di alcune griffes di rilevanza nazionale ed internazionale, è altrettanto costante l’aggiornamento  mediante la partecipazione a convegni ed incontri, con pubblicazione di saggi ed articoli anche a livello sovranazionale.

Nello stesso ambito, il fondatore dello Studio si è occupato dei primi casi di violazione della disciplina in tema di “Made in Italy” sia sotto il profilo del fashion, così come dei prodotti DOP.

Quanto, invece, alla tutela del know how industriale, oggetto spesso di insidiosa violazione da parte di consulenti e dipendenti delle imprese innovative, che rende necessario l’uso di sofisticate indagini difensive, si è ottenuto attraverso i sequestri probatori quella prova che spesso risulta più impervia – e meno immediata – nel processo civile.